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Dufour 405 GL: crociera pura e ottime qualità marine

Dufour 405 GL
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Il Dufour 405 GL (Grand Large) si propone attraverso la conferma, sul piano progettuale, delle qualità marine impresse dallo studio Felci, firma di lungo corso del cantiere de La Rochelle, e le piccole e grandi novità elaborate da Patrick Roseo soprattutto negli interni, la cui organizzazione, con un quadrato molto ampio che ruba un po’ di volume alla cabina di prua, sposa una concezione nordeuropea della barca. Il Dufour 405 GL è una barca destinata alla crociera pura con ottime qualità marine, buone prestazioni a vela, e un’eccellente vivibilità degli spazi. Una conferma, dunque, della direzione impressa ormai da qualche anno dalla Dufour alla sua produzione, con la linea Performance, destinata ad armatori che amano le regate e non vogliono però rinunciare alla crociera, e quella Grand Large, territorio in cui esplorare e poi consolidare le migliori soluzioni abitative da innestare su scafi marini e veloci.

COSTRUZIONE: il cantiere ripropone l’uso del sistema dell’infusione per la coperta realizzata in sandwich, così come l’opera morta. Lo scafo è naturalmente laminato in pieno con resina vinilestere. Per quanto riguarda le qualità costruttive del Dufour 405 GL, rigidità e robustezza siano affidate a una fitta rete di madieri e longheroni, realizzata fuori opera e resinata successivamente allo scafo, e alla presenza di paratie, alcune strutturali, altre, seppure semplicemente divisorie, comunque fazzolettate al manufatto.

Dufour 405 GL exteriorCOPERTA: la tuga del Dufour 405 GL è l’elemento che accoglie le novità più evidenti della coperta. Più alta dei modelli precedenti, in grado di contenere più punti luce e di maggiori dimensioni, ha al centro una superficie leggermente incassata e rivestita in iroko al cui interno corrono le manovre. La parte finale, quella su cui è montato il trasto, copre il percorso finale di drizze, borose e scotte che riappaiono in prossimità di due batterie di stopper. Molto buona la sensazione che si ricava lavorando in pozzetto. Lo specchio di poppa si apre creando così una spiaggetta larga oltre un metro e profonda 65 centimetri. Fra le due sedute del timoniere troviamo l’alloggiamento a poppa della zattera di salvataggio, anche questo molto apprezzato per la facilità di intervento in caso di emergenza. Il passaggio verso prua è molto agevole grazie ai 70 centimetri che separano le due ruote. Sui paramare sono allocati i due winch che controllano le scotte del genoa. La loro posizione, molto prossima a quella del timoniere, è ottimale per la conduzione con equipaggio ridotto. Sotto le ruote è stato realizzato un punta piedi utile sia in posizione eretta che da seduti. Il passaggio al triangolo di prua avviene attraverso due passavanti sgombri che misurano quasi 60 centimetri nel punto più largo; minimo l’ingombro causato dal passaggio delle lande. L’albero armato a 9/10 ha due ordini di crocette acquartierate con il paterazzo la cui regolazione è affidata a due arridatoi. Il piano velico ha una dimensione di circa 82 metri quadrati con un genoa sovrapposto al 140% della J.

Dufour 405 GL interiorINTERNI: bordi liberi alti, un baglio massimo di quattro metri e una tuga pronunciata non bastano a spiegare la sensazione di accoglienza degli spazi sottocoperta. Sul Dufour 405 GL, l’ergonomicità del quadrato la si percepisce immediatamente come sensazione prima ancora che come frutto di un’analisi. Si deve immaginare la barca in navigazione e quindi l’uso degli spazi in questa condizione. I movimenti, il lavoro in cucina, il passaggio da un ambiente all’altro, la fruizione complessiva appare fluida, senza intoppi e in sicurezza grazie alla collocazione intelligente dei tientibene, agli spazi di separazione fra un elemento e l’altro, a un giusto dimensionamento delle superfici di appoggio. Ddobbiamo tornare in quadrato per trovare gli elementi più significativi e la maggiore attenzione ai piccoli particolari. La cucina, per esempio, oltre a essere ottimamente organizzata a murata con piani d’appoggio, stipetti, armadietti, conta su un frigorifero da 380 litri comodissimo e con tre aperture, di cui una verticale. Alle spalle del frigorifero si trova il tavolo da carteggio di buone dimensioni con la strumentazione elettronica e il pannello di controllo delle utenze di bordo. Sotto la discesa, il paiolo cela una vera e piccola cantinetta ricavata in sentina; accorgimento semplice ma molto utile. Ovunque sono disseminate soluzioni che semplificano la vita di bordo. La barca testata era configurata nella versione tre cabine con una disposizione classica di una a prua con bagno privato e due a poppa.  Ampio il letto matrimoniale, che misura quasi due metri di lunghezza e buona la sensazione di ariosità che deriva dalla presenza di un grande passauomo. Di buone dimensioni le cabine di poppa servite da un secondo bagno e con una discreta possibilità di stivaggio.

Dufour 405 GL 4
PROVA IN MARE DI SOLOVELA: abbiamo provato in mare il Dufour 405 GL in una giornata tipicamente estiva del Tirreno centrale, con una termica leggera che è andata a salire nell’arco della giornata fino a una dozzina di nodi. Condizioni idilliache (e non semplicemente ideali) in cui barca e mare hanno trovato un equilibrio silenzioso e spontaneo riflesso delle qualità del progetto più che di quelle del timoniere. Il test in acqua ha messo in luce una grande qualità di questa barca: il suo equilibrio. Abbiamo navigato con tutta tela con brezze leggere che sono salite fino a 12 nodi con qualche raffica intorno ai 14-16 nodi da ponente su un mare poco mosso. In nessun caso si è avvertita la tendenza all’orza con una grande facilità di controllo al timone. Un’importante qualità per una barca da crociera, dovuta alle scelte progettuali di Felci che pochi centimetri a poppavia della prua dalle sezioni molto fini, apre i volumi dando una buona portanza e una grande stabilità anche di forma. Dufour 405 GL 6A questo equibrio concorre anche una chiglia profonda oltre due metri che termina con uno scarpone che da un eccellente momento raddrizzante allo scafo. Il risultato è una bolina fino a 35 gradi di apparente con arie leggere che si stringe fino a 30 gradi quando il vento aumenta con velocità che superano agevolmente i 7 nodi con 12 di reale a 60 gradi di apparente. A questo equilibrio concorre anche il bassissimo frazionamento dell’armo e la forte sovrapposizione del genoa, che se da una parte toglie qualche grado alla bolina, dall’altra permette, pur con un albero abbastanza arretrato, di non portare verso poppa il centro velico e di mantenere quindi la barca molto più equilibrata e facile da controllare anche a forti angoli di sbandamento. Buona l’uscita dalle virate, con un pronto recupero della velocità, mentre il passaggio sulla modesta onda è stato naturalmente molto dolce. La velocità a motore, un 40 hp con elica bipala abbattibile, è di circa 7 nodi a 2.000 giri, mentre si sfiorano i 9 al massimo del regime di 3.000 giri.

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