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BAGLIETTO – BAGLIETTO 16,50

BAGLIETTO 16,50, 1969, COPERTA IN TEAK 2011, 2 x 350 HP DETROIT RIFATTI 1997, DIESEL, ELICA DI PRUA, ASSE, 3 CABINE, 3 BAGNI, CABINA MARINAIO, CUCINA SEPARATA, LAVATRICE, GENERATORE, CLIMATIZZATORE, PASSERELLA IDRAULICA, +39 06 65 22 258/9, +39 348 2337257 – www.mediaship.it – CODICE ANNUNCIO 2045/M

Cantiere BAGLIETTO

Pietro Baglietto fonda nel 1854 il “suo” cantiere e ben presto si orienta verso lo yachting iniziando a costruire imbarcazioni da diporto. Nel 1929 Vincenzo Vittorio Baglietto, laureatosi in ingegneria navale a Glasgow dopo la fine della Prima Guerra Mondiale, torna a casa e diventa il nuovo progettista del cantiere. Negli anni 60 l’avvento del compensato marino consentì di applicare nuove tecniche costruttive, tra cui la prefabbricazione degli interni. Le carene dell’ing. Pietro Baglietto consentivano prestazioni sempre più brillanti ma l’elemento dirompente fu la comparsa del FLYING BRIDGE, un intelligente sfruttamento del tetto della sovrastruttura.

 

Dal secondo dopoguerra

Nel secondo dopoguerra il marchio Baglietto riconverte in parte la sua produzione ritornando a piene vele alla costruzione di barche da regata e da diporto, alcune frutto della “trasformazione” di imbarcazioni militari. Meritano una menzione lo yacht con motore ausiliario Caroly di Riccardo Preve che nel 1948-1949 compie la regata Genova – Buenos Aires e gli yacht della prima classe RORC Miranda IV, Mait I, Ea (“Nastro Azzurro” del Mediterraneo nel 1953 e nel 1956) e Mait II, l’ultima barca a vela maggiore costruita da Baglietto (1956).

Le carene dell’ing. Pietro Baglietto consentivano prestazioni sempre più brillanti. La serie “M” composta da 5 modelli introdusse innovazioni di stili e di struttura che avrebbero modificato per sempre la forma del motor Yacht. Elemento dirompente fu la comparsa del FLYING BRIDGE, un intelligente sfruttamento del tetto della sovrastruttura. Complessivamente furono costruiti 196 scafi della serie “ M” con ben 72 esemplari del solo modello 20M

 

1974

Con gli anni settanta inizia l’era dell’alluminio che caratterizzerà da quel momento la produzione Baglietto per tutti gli anni a venire.

Insieme all’alluminio vengono applicate soluzioni tecnologiche d’avanguardia, volte ad ottenere prestazioni strabilianti, come la propulsione a idrogetto del Chato che consentiva a un motoryacht di 26 metri di raggiungere i 62.5 nodi.

 

1987

L’inizio degli Anni Ottanta rappresenta per Baglietto un altro traguardo grazie alla costruzione del primo megayacht moderno della storia.

Adler, stilizzato da Alberto Mercati fu infatti il primo megayacht nella concezione moderna, contemporanea del termine.

 

1991

Con Maffy Blue, varato nel 1991 e costruito interamente in alluminio, Aldo Cichero, che aveva lungamente lavorato in cantiere, introduce una svolta stilistica radicale nel linguaggio del megayacht planante. 33 metri di lunghezza fuori tutto, 30 nodi di velocità massima, Maffy Blue coniuga una linea che farà scuola con una lussuosità di interni che crea un nuovo standard nel segmento.

 

La storia più recente

Con l’acquisizione dell’ex Cantiere Ferrari di La Spezia, Cantieri Navali Baglietto entra in una nuova, dinamica fase, aumentando enormemente la propria capacità produttiva estendendola anche a serie di modelli dislocanti che sono già diventati un punto di riferimento nel settore, come i plananti lo sono da sempre.

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Ultimo aggiornamento dell'articolo: 11 giugno 2022
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