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GY 60 – La prova in mare

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Il GY 60 è un 18 metri sofisticato che spicca per l’equilibrio tra design e funzionalità, con una carena performante e un piano
velico potente. È l’ultimo nato di Gieffe Yachts e basta una persona per condurlo. Ci sono barche che hanno ancora voglia
di stupire, che colpiscono la fantasia di chi le guarda, prima ancora di salire a bordo. È il caso del GY 60 di Gieffe Yachts, un sofisticato mix tra interni accuratamente rifiniti e uno scafo “cattivo”, disegnato per chi ha voglia di correre un po’. La prua tagliente fende le onde con precisione, mentre le linee d’acqua imponenti assicurano una grande stabilità. Tutto per sfruttare al massimo l’albero in carbonio della NordicMast, rastremato a tre ordini di crocette acquartierate a 24°, che hanno consentito di evitare la presenza delle volanti. Un senso di eleganza, ecco quello che ho percepito la prima volta che ho visto questo 18 metri. La tuga è particolare, molto bassa, dove spicca il disegno della finestratura, che esalta il disegno del cavallino, sottolineato anche dalla falchetta verniciata che incornicia il ponte in teak. Le sedute sono sospese e nascondono le sedi delle zattere, un segno ormai distintivo dello studio comasco MP-Design per Gieffe Yachts. Le due colonnine dei timoni sono inoltre dotate
di plance dalle quali comandare tutti i sistemi idraulici: non capita spesso di poter portare un 60 piedi praticamente da soli! I primi test in mare, condotti dal cantiere con un gioco di vele Banks Sails (randa da 113 metri quadri, genoa avvolgibile da 91 e un A0 rollabile (un asimmetrico per venti leggeri) da 210 metri quadri), hanno confermato le prestazioni che si attende da una barca del genere: con 16 nodi di vento reale e due persone di equipaggio, il Gy 60 è riuscito a stringere 26° all’apparente filando a 8,9 nodi, che sono saliti a 9,4 allargando l’angolo di 3-4°. Con un reale sceso sugli otto nodi, alle andature portanti l’A0 ha permesso di raggiungere i 9,5 nodi con un angolo di 105° reali (46° di apparente).

Scarica la prova in mare della rivista “Vela” QUI.

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